La psicogrammatica, insieme alla psicoaritmetica e alla psicogeometria, costituisce la triade della psicodidattica montessoriana. Il dattiloscritto originale, curato da Clara Tornar e Grazia Honegger Fresco, è stato inedito per anni ed è uscito da poco per la Franco Angeli edizioni. Ne parliamo con Clara Tornar, direttrice del Centro Studi Montessoriani dell’Università Roma Tre.
Maria Montessori, la prima donna italiana ad essere ritratta su una banconota italiana, simbolo di un modello educativo diffuso in tutto il mondo, si rivolge ai bambini della scuola materna e dei primi anni delle elementari avvicinandoli ai segreti della lingua attraverso una combinazione di racconti e di immagini. La grammatica proposta come un grande gioco?
Definirei la psicogrammatica un lavoro appassionante, reso possibile grazie al fatto che l’intera proposta montessoriana si caratterizza per il fatto di basarsi su una attenta considerazione dei bisogni cognitivi dell’infanzia, tenendo conto innanzitutto del fatto che il bambino già possiede una competenza grammaticale implicita, acquisita spontaneamente nel corso dello sviluppo linguistico: una osservazione che peraltro ha trovato conferma negli studi successivi in ambito linguistico. “La grammatica – scrive, a tale proposito Montessori, -non dà la lingua […] essa dà il modo di ‘penetrare’ la lingua che già si possiede, di fissarla e di perfezionarla, e perciò è estremamente utile al bambino che la sta organizzando per forza propria” (p. 27). Si tratta dunque di condurlo a prendere consapevolezza delle funzioni grammaticali che egli già utilizza facendo leva sui canali d’apprendimento che gli sono propri: cioè attraverso l’esplorazione sensoriale, attraverso il corpo e il movimento. Il testo è pertanto ricchissimo di opportunità di riflessione sulla lingua offerte all’azione del bambino e in grado di rispondere alla sua curiosità intellettuale verso il linguaggio, alla sua “fame” di parole, come la definirà Montessori.
La lingua ha il fondamentale ruolo di comunicare con gli altri, di diffondere le proprie idee attraverso un sistema condiviso di simboli e la grammatica è quell’insieme di regole che rende stabile la lingua parlata. Qual è l’importanza della manualità per una conoscenza anche linguistica del mondo?
L’esistenza della stretta interazione tra manualità e linguaggio trova riscontro nella riflessione di grandi pensatori, da Aristotele a Hegel, ed è stata confermata dalle indagini di scienze moderne, dalla paleoantropologia alle neuroscienze, che hanno messo in luce le connessioni tra le aree prettamente linguistiche del cervello e quelle che si riferiscono al corpo, all’ambiente e al contesto in cui esso opera. Maria Montessori ha definito la mano “organo della mente” e “strumento espressivo dell’umana intelligenza”. In Psicogrammatica, si spinge oltre, affermando con efficace sintesi che “La mano è l’intelligenza” (p.10 ). Attraverso l’uso della mano, il bambino si avvicina alla conoscenza dell’ambiente che lo circonda, lo esplora anche sotto l’aspetto tattile e sensoriale, e questa esplorazione gli consente di costruire le proprie categorie cognitive: per certi versi, la sua conoscenza linguistica del mondo procede di pari passo con lo sviluppo della sua manualità.
Partendo da queste considerazioni, la psicogrammatica montessoriana fa ampio riferimento ad attività d’apprendimento basate sul movimento e sull’uso della mano: la discriminazione delle lettere dell’alfabeto, che introduce all’apprendimento dello scrivere e del leggere, passa attraverso il gesto dello scorrere con due dita le singole lettere (ritagliate su carta smerigliata), che consente di associare la percezione tattile della loro forma con il suono corrispondente. Più specificamente, il bambino viene guidato all’analisi grammaticale attraverso un materiale specifico, le scatole grammaticali, che comporta la manipolazione delle parole che compongono una frase; il loro spostamento all’interno di essa, ad esempio, consente di riflettere sulla loro funzione.
Quale ruolo hanno i disegni, le forme, i colori, questo alfabeto alternativo per avvicinare i bambini ad una materia vissuta spesso solo come un insieme di regole da imparare a memoria?
I colori e le forme sono un elemento significativo dell’ambiente d’apprendimento montessoriano. Li troviamo in tutti i materiali d’apprendimento: mai casuali, servono a rendere concreto l’astratto, a rendere percepibili le differenze, a consentire la manipolazione. Nella Psicogrammatica, le parti del discorso vengono rappresentate da nove simboli geometrici colorati: Il verbo “è ben rappresentato dal circolo rosso che, come il sole, non si ferma mai e irradia la sua forza animando la materia [il nome]” (p. 121). A sua volta, “Il nome è ben simboleggiato da quel triangolo equilatero nero fermamente piantato e immobile” (ibid.). Le altre sette parti del discorso sono rappresentate con altrettanti simboli colorati. I medesimi colori sono ripresi nelle scatole grammaticali: rossa quella del verbo, nera quella del nome, e così via. Si tratta insomma di facilitare il determinarsi di una specifica associazione tra una forma, un colore e una funzione.
L’idea di base è che, favorendo la curiosità innata del bambino, l’apprendimento avverrà senza sforzo, voti e imposizioni e soprattutto con il massimo godimento. L’educazione dovrebbe avere anzitutto una funzione etica, pacifista, diceva Maria Montessori. Per quale ragione il sistema tradizionale ha prevalso sul modello montessoriano?
L’essere umano nasce spontaneamente curioso e desideroso di accrescere le proprie competenze. Il modello pedagogico elaborato da Maria Montessori fornisce gli strumenti per rispondere a questa naturale tendenza disegnando un ambiente d’apprendimento nel quale il bambino è protagonista. Al contrario, il sistema tradizionale si basa ancora su una visione sostanzialmente adultocentrica dell’educazione, nella quale protagonista è l’insegnante. Nonostante il notevole avanzamento della ricerca educativa, esso tende a prevalere in virtù della sua relativa maggiore “semplicità”. Oggi, grazie anche ad una crescente diffusione di iniziative culturali volte alla diffusione del messaggio montessoriano, assistiamo anche nel nostro paese ad un incremento dell’attenzione verso questo modello educativo del tutto alternativo al modello tradizionale. Anche l’istituzione di classi ad approccio montessoriano registra un lieve incremento; resta tuttavia affidata ad iniziative sporadiche e casuali. Sarebbe necessario che l’istituzione di scuole Montessori e l’attenzione verso il modello pedagogico montessoriano venisse contemplata all’interno del disegno complessivo del nostro sistema scolastico.
Psicogrammatica è rimasto fino ad oggi inedito, perché varie vicissitudini ne impedirono la revisione definitiva. E’ stato un lavoro molto impegnativo il suo completamento?
La pubblicazione di questo scritto ha comportato un delicato ed impegnativo lavoro di revisione e di completamento del testo originario, nonché la ricostruzione dell’apparato iconico, molto ricco, descritto dall’A., ma non inserito nel dattiloscritto, la cui funzione prevalente è quella di mostrare come le diverse funzioni grammaticali possano essere rappresentate anche attraverso immagini. La stessa Montessori aveva realizzato una serie di schizzi, che sono stati inseriti nel volume e che rappresentano un materiale molto interessante anche sotto l’aspetto filologico. L’apparato critico è costituito da 411 note delle curatrici.
Clara Tornar è Professore Ordinario di Pedagogia sperimentale presso l’Università degli Studi Roma Tre, dove ha istituito il Centro di Studi Montessoriani, da lei attualmente coordinato. Nel 2000 ha istituito – unico modello all’interno dell’Università italiana – il Master in “Pedagogia e metodologia montessoriana”, che ha diretto per oltre un decennio. E’ stata cofondatrice del Network internazionale MORE (Montessori Research Education), di cui è stata coordinatrice. Ha dedicato allo studio della pedagogia montessoriana i seguenti volumi: Attualità scientifica della pedagogia di Maria Montessori (1989), Bibliografia Internazionale Montessori 1896-2000 (2000), La pedagogia di Maria Montessori tra teoria e azione (2007). Ha curato una nuova edizione del volume di Maria Montessori Dall’infanzia all’adolescenza (2009).
Grazia Honegger Fresco, allieva diretta di Maria Montessori, ha lavorato e a lungo sperimentato la forza innovativa delle sue proposte, dalla nascita alle soglie dell’adolescenza nelle Maternità e nei Nidi, nelle Case dei Bambini e nelle Scuole elementari. Sulla base delle esperienze realizzate con i bambini e con i loro genitori, dedica da vari anni molte delle sue energie alla formazione degli educatori in Italia e all’estero. Ha fondato – e diretto per oltre vent’anni – la Scuola Montessori di Castellanza; è stata condirettrice del trimestrale “Quaderno Montessori”. Ha pubblicato numerosi testi, tra cui Un nido per amico (2001), Maria Montessori, una storia attuale (2007), Dalla parte dei bambini (2011), Montessori, perché no?(2017).