(20/05/2021) Il 19 maggio 2021 è una data storica per il nostro Paese la Camera ha infatti approvato il disegno di legge, già approvato dal Senato, di conversione in legge del cosiddetto Decreto Sostegni, che all’Articolo 34-ter “riconosce, promuove e tutela la lingua dei segni italiana (LIS) e la lingua dei segni italiana tattile (LIST)“.
L’articolo con le “Misure per il riconoscimento della lingua dei segni italiana e l’inclusione delle persone con disabilità uditiva” riconosce, inoltre, le figure dell’interprete LIS e dell’interprete LIST quali professionisti specializzati nella traduzione e interpretazione rispettivamente della LIS e della LIST. Un successivo decreto definirà i percorsi formativi per l’accesso alle professioni di interprete LIS e di interprete LIST e le norme transitorie per chi già esercita tali professioni. Nel testo si legge anche che “per favorire l’accessibilità dei propri servizi, le pubbliche amministrazioni promuovono la diffusione dei servizi di interpretariato in LIS e in LIST, la sottotitolazione e ogni altra modalità idonea a favorire la comprensione della lingua verbale nonché iniziative di formazione del personale“. Infine, per favorire l’inclusione sociale delle persone con disabilità uditiva, si legge che “la Presidenza del Consiglio dei ministri promuove campagne di comunicazione“.
La soddisfazione è evidente nel commento pubblicato sul sito dell’ISSR: “Si tratta indubbiamente di un riconoscimento molto atteso dalle persone sorde che condividono un senso di appartenenza ad una comunità e ad una cultura determinate, dagli udenti che hanno avuto l’opportunità di apprendere questa lingua e di utilizzarla in diversi contesti e, non da ultimo, dalle Associazioni e dagli Enti che – come l’Istituto Statale per Sordi di Roma – per molti anni hanno portato avanti con impegno e determinazione questa battaglia. Va considerato, infatti, che all’interno dell’Unione Europea l’Italia era rimasta l’unico Paese a non aver riconosciuto la propria lingua dei segni, contravvenendo in questo modo alle disposizioni della Convenzione ONU che invece richiamano esplicitamente gli Stati parti, da un lato, al riconoscimento delle lingue dei segni (articolo 21, comma 1 lettera “e”) e, dall’altro, alla promozione, al sostegno e al riconoscimento stesso della specifica identità culturale e linguistica della “comunità dei sordi” (art. 24, comma 3, lettera “b” e art. 30, comma 4).”