Dal sito Swissinfo.ch vi segnaliamo l’articolo di Sonia Fenazzi intitolato “I diritti strapazzati dei latini nell’amministrazione Svizzera”. L’articolo presenta i risultati di una ricerca che ha avuto indagare le modalità di interazione tra rappresentanti dell’amministrazione svizzera e le lingue utilizzate.
“Diversamente da quanto spesso proclamato nei discorsi ufficiali, l’amministrazione federale elvetica non è “lo specchio” della composizione linguistica della Svizzera. Costituisce piuttosto un “riflesso” distorto delle quattro comunità idiomatiche nazionali.
Infatti, i germanofoni sono sovrarappresentati nei posti dirigenziali e in ben due terzi delle unità amministrative (45 su 67), mette in luce uno studio del Centro per la democrazia di Aarau (ZDA), i cui risultati e quelli di altre ricerche scientifiche in questo campo sono riuniti nell’opera “Les langues du pouvoirLink” (Le lingue del potere), di recente pubblicazione. L’analisi statistica rivela altresì che il 60% dei circa 35mila impiegati federali lavora in un’unità in cui le comunità latine sono sottorappresentate.
Questo squilibrio non solo è contrario alle disposizioni giuridiche che sanciscono l’equa rappresentanza delle quattro comunità linguistiche nazionali, ma in più accentua un altro sbilanciamento: quello nella comunicazione interna, dove il tedesco risulta sovradimensionato e l’italiano emarginato.
Il tedesco è la lingua originale di oltre l’80% degli atti legislativi e il francese di quasi il 19%. Inoltre, solo una minoranza di germanofoni e di francofoni capisce l’italiano. In un contesto simile, l’italiano è relegato quasi esclusivamente alla funzione di lingua di traduzione e di lingua di comunicazione esterna con gli italofoni, ci spiega Emilienne KobeltLink, co-autrice del libro.”
“