Vi proponiamo un’intervista ad Aldo Bertagni, coordinatore del Forum per l’italiano in Svizzera, sul tema delle lingue minoritarie in Svizzera e la trasformazione del senso di appartenenza alla comunità italofona attraverso il filtro delle nuove tecnologie. Esiste un senso di appartenenza comune a svizzere e svizzeri italofoni, e a italofone e italofoni in Svizzera che hanno invece un passato migratorio?
Italofone e italofoni in Svizzera, un senso di appartenenza comune c’è anche se non è scontato
di Marija Miladinovic
L’integrazione nella società non passa più solo dalla lingua che si parla o dall’identità nazionale. Complici le nuove tecnologie e un mondo più veloce, le nuove generazioni di cittadine e cittadini spesso sentono di appartenere a un intreccio di realtà. Un aspetto da considerare nell’ottica di salvaguardare e promuovere le lingue minoritarie in Svizzera. Ne abbiamo parlato con il coordinatore del Forum per l’italiano in Svizzera Aldo Bertagni.
In Svizzera, quando si parla di italianità, spesso ci si riferisce all’impronta lasciata dall’immigrazione italiana del passato o del presente; oppure del peso della Svizzera italiana nel resto del Paese.
Raramente però questi due mondi si uniscono mettendo l’italianità al centro di un dibattito comune. Forse perché gli interessi perseguiti tra locali e forestieri – almeno all’apparenza – sono diversi.
Eppure, l’insediamento di comunità italiane nelle varie città elvetiche potrebbe aver portato benefici anche ai e alle giovani ticinesi e grigionesi italofoni che vi si sono poi trasferiti per studiare o lavorare. La difesa e la promozione dell’italiano, in quanto lingua nazionale, all’interno delle istituzioni federali ha al contempo facilitato la vita anche alle e agli immigrati italiani.
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