Vi segnaliamo questo articolo a cura di Riccardo Franciolli pubblicato sul sito tvsvizzera.it nel quale si traccia un quadro storico dell’italiano in Svizzera, il suo cammino all’interno delle istituzioni, la sua diffusione nel territorio elvetico, la sua evoluzione e promozione.
Italiano, una lingua svizzera
“Come parlate bene l’italiano!”. Un’affermazione che gli svizzeri si sentono spesso ripetere quando viaggiano all’estero, soprattutto in Italia. Eppure, non solo l’italiano è una delle quattro lingue nazionali svizzere, ma è parlato da circa l’8% della popolazione, ovvero da circa 660’000 persone. Una lingua viva, che spesso fatica ad essere riconosciuta in patria e all’estero.
La storia della lingua italiana in Svizzera è vecchia come la Svizzera stessa, quella moderna. Siamo in piena Prima Guerra Mondiale. La Svizzera, neutrale, deve difendersi da un mondo che sta cambiando definitivamente. In governo siede anche il ticinese Giuseppe Motta che interviene a difesa dell’italianità con la famosa Circolare Motta. Un intervento – ricordava lo stesso Motta – per coinvolgere e rendere compatto il “fronte meridionale” e per contribuire alla “costruzione dello Stato” in costante tensione tra forze centralizzanti e spinte federalistiche.
Nell’autunno del 1917 il Consiglio federale decide di seguire l’invito di Motta e crea presso la Cancelleria un Segretariato di lingua italiana. Un primo vero passo verso la costruzione progressiva dello Stato federale. Da allora la presenza dell’italiano nell’amministrazione federale è stata sempre più importante. Nel 1969 la lingua italiana si consolida anche in Parlamento: la Svizzera si dirige così verso una parificazione delle lingue, fino ad arrivare al 1991 quando sia nell’amministrazione federale sia nei lavori parlamentari le tre lingue ufficiali diventano parificate di fatto.