Il primo significativo modello italiano di musealizzazione fuori dai confini nazionali. Una vetrina permanente del made in Italy per promuovere la nostra cultura all’interno di uno dei più importanti musei al mondo. Questo è “Spazio ITALIA” inaugurato il 6 luglio all’interno del Museo Nazionale della Cina di Pechino con la mostra “Il Rinascimento a Firenze. Capolavori e protagonisti”.
Un'importante realtà frutto di un'intensa attività diplomatica tra Cina e Italia e, in particolare, del Memorandum of Understanding firmato nel 2010 tra il MiBAC e il SACH, l'omologo cinese. Un Memorandum che prevede, specularmente, l’apertura a breve di un analogo spazio museale dedicato alla cultura cinese presso il Museo Nazionale di Palazzo Venezia, a Roma.
Situato in Piazza Tian’anmen all’interno dell'appena restaurato National Museum di Beijing, istituzione museale cinese tra le più rilevanti, Spazio Italia proporrà nei suoi 500 metri quadrati, per i prossimi cinque anni, le eccellenze del patrimonio culturale italiano.
Autore dell'allestimento museale l'architetto Fabio Rotella, già allievo di Alessandro Mendini, che ha realizzato un contesto moderno, flessibile, in grado di accogliere tra i più diversi eventi espositivi.
Ad inaugurare Spazio Italia la mostra “Il Rinascimento a Firenze. Capolavori e Protagonisti”, un'iniziativa curata da Cristina Acidini, Soprintendente del Polo Museale di Firenze, che porta nella capitale cinese oltre sessanta opere, tra dipinti e sculture, firmate dai più insigni artisti del Rinascimento come Botticelli, Leonardo, Raffaello, Michelangelo. “L'esposizione vuole raccontare come a Firenze, nelle prime decadi del Quattrocento, un gruppo di artisti si trovò accomunato dall’analogo intento di creare un’arte nuova, ma solidamente radicata nel lontano e glorioso passato. E come a un'evoluzione dell'umanesimo, da libera ricerca scientifica a organizzazione di una cultura di corte, corrisponda nel campo più specificatamente artistico una privatizzazione della committenza, non più orientata esclusivamente verso il finanziamento di opere pubbliche, ma piuttosto verso la commissione e l’acquisto di opere destinate all’uso personale,” scrive Monica Bietti, Direttrice delle Cappelle Medicee ed autrice di uno dei saggi introduttivi del catalogo della mostra.
Ordinato in tre sezioni, il percorso, che spazia dal Quattrocento fino al primo Cinquecento, inizia con la “Narrative Room”, una sala dove, attraverso tecnologie innovative, sarà possibile scoprire la Firenze Rinascimentale, il grande ruolo della famiglia dei Medici, il contesto culturale e sociale in cui operavano gli artisti…
Allestita in ordine cronologico, la mostra si apre con “Dagli esordi alla Morte di Lorenzo il Magnifico (1492)”.
Nella prima sezione vengono illustrate le novità che i grandi protagonisti del primo Quattrocento, quali Brunelleschi, Ghiberti, Donatello, elaborarono ed introdussero nella nuova arte fiorentina e italiana. E per meglio evidenziare la portata rivoluzionaria del loro operato, la sezione presenta anche diverse opere ancora legate alla cultura tardo-gotica. Accanto ai dipinti di Gentile da Fabriano, pieni ancora di fondi d'oro; dello Scheggia, privi di prospettiva; e del BeatoAngelico, troviamo così le opere innovative di Paolo Uccello, Andrea del Castagno, Filippo Lippi, Ghirlandaio, Andrea e Giovanni della Robbia, Verrocchio, Filippino Lippi, Mino da Fiesole, Desiderio da Settignano, Pietro Torrigiani, Antonio del Pollaiolo, Antonio Rossellino…
In questo nucleo ricchissimo di lavori sacri e profani, che traccia l’evoluzione di soggetti, tipologie e stili, da segnalare alcuni famosi lavori come La “Madonna dell'Umiltà” di Gentile da Fabriano; “Scene di vita eremitica” di Paolo Uccello; “L'Annunciazione” di Filippo Lippi; “Ritratto di Fanciulla” di Andrea della Robbia; “La Madonna col bambino” del Ghirlandaio. Segue la sezione “Capolavori”, il cuore della mostra dove sono esposti alcuni “gioielli” del Rinascimento fiorentino tra cui l' “Annunciazione” di Sandro Botticelli, di cui sono esposti ben quattro dipinti; il “Ritratto virile” di Raffaello Sanzio, presente con tre opere; e i disegni de “La Scapiliata” e de “La Battaglia di Anghiari” di Leonardo. Ben documentata la produzione scultorea rinascimentale con il “David Apollo” di Michelangelo, “Fiorenzia” di Giambologna e “Ercole e Anteo” di Bartolomeo Ammannati.
Per meglio delineare la nascita di questi capolavori, vengono fornite una serie di informazioni relative anche ai committenti e, in particolare, ai maggiori esponenti della famiglia Medici.
Chiude il percorso espositivo “Il Rinascimento Maturo e i grandi protagonisti: Firenze 1492 – 1540”. Una sezione dedicata ai protagonisti dell’arte dei primi decenni del Cinquecento, il periodo in cui si conclude l’epoca aurea del Rinascimento. In esposizione qui opere di Lorenzo di Credi, Fra Bartolomeo, Perugino, Andrea del Sarto, Pontormo, Rosso Fiorentino, Bronzino. Per quanto concerne la produzione scultore, da non perdere il busto di Michelangelo eseguito da Daniele da Volterra; la scultura “Madonna col bambino” di Jacopo Sansovino; e la grande scultura del Granduca Cosimo I dei Medici di Baccio Bandinelli.
Dopo questa prima mostra inaugurale dedicata al Rinascimento, in calendario una rassegna su Venezia Barocca e un'altra sulla Roma Classica.
(03/07/2012-Letizia Guadagno-ITL/ITNET)