Gli studi classici sono stati anche nel secolo scorso oggetto di posizioni contrastanti, oscillanti tra il rifiuto di una tradizione ritenuta obsoleta e reazionaria e l'apprezzamento del loro valore come strumenti per lo sviluppo cognitivo e per l'arricchimento formativo. Oggi nell'era digitale qualcuno sembra sollevare l'obiezione che si tratta di studi troppo ostici. Nel panorama europeo odierno il liceo classico italiano sembra essere un'eccezione, ma in tutti i Paesi del mondo, anche a Oriente, le scuole più apprezzate ripropongono, sia pure per pochi, lo studio delle lingue classiche. Il patrimonio linguistico e culturale della civiltà occidentale sembra esercitare ancora un suo fascino indiscutibile. Il Convegno si propone di confrontare l'esperienza dell'insegnamento delle lingue classiche in diversi Paesi del mondo per trarre spunti e idee nuove per i giovani dell'era digitale, nella consapevolezza comunque che, nella deriva del mondo moderno, è ancora necessaria una guida antica per superare la falsa percezione di un'antitesi tra umanesimo e tecnica. E per penetrare nei segreti della nuova imprenditorialità e dell'innovazione, cuore della tecnica contemporanea, il Convegno si concluderà con un dibattito epistemologico sulle “due culture” e con una rivalutazione dell' utopia olivettiana, sintesi armonica tra cultura umanistica ed esperienza tecnologica.
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