“Un’altra tappa di 27 km, una bella discesa tra distese infinite di grano e ulivi, affiancati da tante pale eoliche, la cui presenza è resa possibile dal fortissimo vento che “accarezza” la zona. La gente che incontriamo ci dice che siamo preceduti da una coppia olandese, da uno spagnolo e da un genovese. Nei vari paesini scopri – almeno nelle indicazioni – che c’è ancora la memoria di quali erano i paesi degli angioini e queli quelli degli svevi durante la guerra. A Buonalbergo ricordano la presenza sveva, mentre a Faeto quella angioina, col monumento ai soldati angioini. Poi, un intermezzo culturale al Duomo di Troia, risalente al 1093, che abbina il romanico al gotico. Secondo la leggenda, Troia si collega all’omonima citadella dell’Asia Minore, la cui guerra viene evocata da Omero nella sua “Iliade”. Le origini di Troia si rifarebbero a Diomede, uno degli eroi della Guerra di Troia, che sarebbe risalito lungo tutto l’Adriatico, lasciando le tracce del suo passaggio, anche lui una sorta di pellegrino”.
(Iuliana Anghel di Radio Romania per la Comunità Radiotelevisiva Italofona)
percorso nella campagna, cattedrale di Troia
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