L’Istituto Statale per Sordi di Roma é tra le più antiche istituzioni in Italia (attivo già dal 1784) che si occupano di disabilità.
Nell’attuale sede, alla fine dell’800, si perfezione una attività di accoglienza di ragazze e ragazzi sordi che vengono avviati a un percorso scolastico e di addestramento lavorativo.
Di fatto, molti giovani sordi escono da una situazione di oggettiva emarginazione sociale e culturale per entrare in una dimensione comunitaria anche se stigmatizzata come l’ “Istituto dei Sordomuti”. Lo stereotipo del sordo come “sordomuto” è duro a morire e, di fatto, sottende la presunzione che il sordo abbia una disabilità che coinvolga anche facoltà intellettive, oltre che espressive.
Necessariamente nell’Istituto si sviluppano le attività legate all’acquisizione della lingua dei segni e al suo perfezionamento grazie, progressivamente, a partnership sempre più qualificate.
E’ alle soglie del 2000 che l’Istituto perde le scuole che rientrano nel contesto scolastico istituzionale e acquisisce la funzione di Centro nazionale di servizi per le persone sorde, in attesa di essere trasformato in Ente Nazionale di Supporto per le Persone Sorde.
Le attività dell’Istituto si sviluppano e si qualificano progressivamente in diversi ambiti ritenuti necessari per rispondere ai bisogni delle persone sorde:
– I servizi (Sportello) alle famiglie e, soprattutto, a bambini e ragazzi sordi, e alle scuole
che ospitano ragazzi sordi,
– I servizi di documentazione e informazione che hanno nella Biblioteca storica e
nella Mediateca Visuale gli strumenti più adeguati,
– La formazione degli operatori che intervengono nell’ambito della sordità,
– Le attività di Progetto e di Ricerca scientifica ,
– Le attività culturali e artistiche, per la valorizzazione e promozione della cultura
sorda.
In generale, le attività dell’Istituto sono orientate:
– Dall’obiettivo di rendere sempre più visibile la realtà e le problematiche delle persone sorde nonché l’affermazione dei loro diritti per il riconoscimento e la conquista di quella cittadinanza attiva che li faccia parte integrante della “nostra” società,
– Dalla necessità di rendere operativi i principi, gli indirizzi e il dettato della Convenzione sulla Disabilità delle Nazioni Unite (2006), recepita con Legge dello stato italiano e, in particolare:
(a) Il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale – compresa la libertà di
compiere le proprie scelte – e l’indipendenza delle persone,
(b) La non-discriminazione,
(c) La piena ed effettiva partecipazione e inclusione dei soggetti disabili all’interno
della società,
(d) Il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come
parte della diversità umana,
(f) L’accessibilità e la parità di opportunità tra uomini e donne,
(h) Il rispetto per lo sviluppo delle capacità dei bambini con disabilità e il rispetto per
il diritto dei bambini a preservare la propria identità.
Occorre, quindi,
1. un impegno preciso per “combattere ogni discriminazione sulla base della disabilità”. Ciò comporta annullare qualsivoglia distinzione, esclusione o restrizione sulla base della disabilità che abbia lo scopo o l’effetto di pregiudicare o annullare il riconoscimento, il godimento e l’esercizio, su base di eguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale, civile o in qualsiasi altro campo. Essa include ogni forma di discriminazione, compreso il rifiuto di un accomodamento ragionevole;
2. favorire ogni “Accomodamento ragionevole”. Ci si riferisce alle modifiche e gli adattamenti necessari e appropriati che non impongano un carico sproporzionato o eccessivo, ove ve ne sia necessità in casi particolari, per assicurare alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio, su base di eguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e libertà fondamentali;
3. pensare e attuare azioni di “Progettazione universale” intesa come la progettazione (e realizzazione) di prodotti, ambienti, programmi e servizi utilizzabili da tutte le persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate.
Istituto Statale per Sordi di Roma
Via Nomentana 54/56 – 00161 Roma
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