La dichiarazione di Basilea

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Concluso il seminario di Basilea organizzato dalla Comunità radiotelevisiva italofona, ASRI, Coscienza Svizzera, Forum per l’italiano in Svizzera, RSI e Istituto di italianistica dell’Università di Basilea. Frutto delle due giornate di lavori è la “Dichiarazione di Basilea”  di cui pubblichiamo l’ultima versione integralmente.

La Dichiarazione di Basilea è una raccolta di “massime e proposte pe runa governanza dell’italiano e del quadrilinguismo svizzero di fronte alle sfide esterne” è suddivisa in quattro sezioni:

A) Considerazioni generali
B)Considerazioni per il quadrilinguismo svizzero
C)La sfide dell’italiano sulla frontiera
D)Postulati specifici sul ruolo dell’italiano e le sfide della globalizzazione

Il documento è patrocinato dall’Associazione svizzera per le relazioni culturali ed economiche con l’Italia, Coscienza svizzera, Comunità radiotlevisiva italofona, Forum per l’italiano in Svizzera Seminario di italianistica dell’Università di Basilea.

E’ possibile scaricare il documento a questo indirizzo:
http://www.coscienzasvizzera.ch/files/dichiarazione-basilea-2014.pdf

Ecco il testo integrale della Dichiarazione

L’ITALIANO SULLA FRONTIERA

Vivere le sfide linguistiche della globalizzazione e dei media

DICHIARAZIONE FINALE “BASILEA 2014”

massime e proposte per una governanza dell’italiano e del quadrilinguismo svizzero di fronte alle sfide esterne

Enti patrocinatori: Associazione svizzera per le relazioni culturali ed economiche con l’Italia, Coscienza Svizzera, Comunità Radiotelevisiva Italofona, Forum per l’italiano in Svizzera, RSI – Radiotelevisione Svizzera, Seminario di Italianistica dell’Università di Basilea

Indirizzo: Seminario di Italianistica, Universität Basel, Maiengasse 51, CH 4056 Basel
BOZZA

A) Considerazioni generali

1. La centralità del pensiero e della lingua nella sfida della globalità
Il pensiero è legato ai cambiamenti della nostra esperienza e prende forma attraverso la lingua. Ne consegue un mutamento o un riordinamento della lingua stessa; tuttavia pensiero e lingua rimangono centrali nella sfida della globalità.

2. Il primato della diversità sulle forze che appiattiscono il mondo
Malgrado le forze che “appiattiscono il mondo” (la rivoluzione tecnologica del mondo delle comunicazioni e dei media; la banalizzazione di alcuni processo produttivi e della logistica mondiale; l’uniformazione/standardizzazione delle regole) i processi di globalizzazione mettono tuttavia in risalto le diversità, fonte di risorse creative nell’affrontare con successo le sfide dei mutamenti esterni e interni a una specifica comunità.

B) Considerazioni per il “Quadrilinguismo svizzero”

3. Il quadrilinguismo svizzero può evolvere solo nel contesto strategico – esterno e interno – del plurilinguismo
Negli scenari futuri del quadrilinguismo svizzero solo quello del plurilinguismo ha la facoltà di dare coesione e di far evolvere il Paese, sempre alla ricerca di un equilibrio tra dipendenze esterne e intraprendenze interne. Di fronte alla globalizzazione, tutte le lingue svizzere sono minoritarie, ognuna con le proprie sfide; ma, né i processi di strisciante regionalizzazione su base linguistico-territoriale (con i vari Röstigraben o Polentagraben), né l’arroccamento attorno alla propria “lingua regionale” e all’inglese come lingua franca appaiono culturalmente e politicamente sostenibili. In un contesto europeo la Svizzera trova le forze e le convenienze migliori nell’affermarsi quale spazio multilingue e multiculturale.

4. Nello scenario del nuovo quadrilinguismo svizzero ogni lingua si alimenterà e sarà più forte trovando nuove prossimità e nuove identità multiscala – Attenti alle “trappole del federalismo”
Pur rimanendo legata ai principi di territorialità, la “società dei flussi” crea e sviluppa identità multiscala, a più cerchi. Il dibattito interno di questi ultimi anni ha portato a denunciare come il federalismo – al quale dobbiamo la coesione e lo sviluppo del Paese – possa anche essere una trappola, quando confina una lingua e una politica linguistica entro i territori dove un idioma è maggioritario. Questo non corrisponde alla realtà in quanto, complici i movimenti migratori e la mobilità delle persone, le lingue nazionali sono parlate e vissute nella globalità del Paese.

5. Nuovi attori, media e reti di alleanze: elementi condizionanti del riordinamento linguistico in atto
Di fronte alla globalizzazione appare essenziale rapportarsi in modo diverso con l’esterno; ciò implica la capacità di riconoscere i nuovi attori del mondo globale (spesso tramite i media e le reti sociali), di essere in rete e di costruire alleanze. Queste hanno come corollario un forte supporto linguistico.

6. Il ruolo della politica nazionale e cantonale rimane alla base anche nell’affrontare le sfide esterne
Chiare disposizioni di legge, sostegno alle lingue minoritarie, formazione dei giovani nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle Università sono elementi necessari e indispensabili per dare corpo al plurilinguismo, al rispetto delle lingue e culture che sono una delle peculiarità del nostro Paese.

C) Le sfide dell’italiano sulla frontiera

7. Le frontiere, spazio di ibridazione e punto d’incontro
In una relazione sempre più globale/locale emergono forme di ibridazione e di aggregazione culturali condivise e consimili in grado di dialogare e di arricchirsi umanamente su basi non escludenti o esclusive. Le regioni di frontiera della Svizzera, in particolare quella bilingue di Basilea e con forte presenza italica, dimostrano la vitalità delle stesse e la capacità di far leva sul multilinguismo e sulla necessità d’integrazione reciproca.

8. L’italiano evolve solo cogliendo nuove prossimità, non più solo territoriali – L’italicità
Cogliendo nuove prossimità di organizzazione, di rete e di regole del gioco di politica delle lingue e di politica culturale l’italofonia si allarga all’italianità e, con un neologismo, all’italicità, allorquando una comunità può avvalersi del “sentire italiano” espresso non solo da italofoni ma anche da persone d’altra lingua principale (compresi i figli degli immigrati di lingua italiana ormai integrati anche linguisticamente) che non necessariamente si esprimono in italiano, ma lo capiscono. In particolare l’italicità copre tutti i fenomeni che si riferiscono alla cultura e alla civiltà italiana e alla sua presenza nel mondo odierno.

9. Lo spazio mediatico di servizio pubblico come specchio e supporto di un Paese multilingue e multiculturale
Il legislatore e il servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale svizzero sono andati fortunatamente nella direzione di costruire uno spazio nazionale plurilingue, questo grazie anche all’evoluzione tecnologica digitale che ha abbassato i costi e permesso una distribuzione (e in parte una concezione, un tempo denominata “idée suisse”) dei canali mediatici su tutto il territorio nazionale e oggi transfrontaliera tramite la nuova piattaforma RSItvsvizzera.it .

D) Postulati specifici sul ruolo dell’italiano e le sfide della globalizzazione

10. L’italiano è lingua nazionale dalle potenzialità espresse solo in contingenze specifiche o parziali. Occorre sistematicamente accrescerne le caratteristiche identitarie mettendo in risalto valori e tradizioni, nonché le potenzialità nuove di rete e ponte interculturale. I rapporti tra il locale e il globale, espressi nei termini di un’italianità e italicità condivise e senza frontiere sono in questo senso un’opportunità da cogliere con iniziative diverse e una progettualità specifica (musica; lirica;cinematografia; media e multimedialità; culture popolari; moda; gastronomia; arti figurative). Vanno perseguite forme di messa in comune delle risorse e forme di sostegno finanziario.

11. Nelle università svizzere esistono e vanno sviluppate cattedre di letteratura e di linguistica italiana. Sono luoghi di resistenza e riferimento culturale, il cui ruolo può essere accresciuto definendo di concerto centri di competenza e osservatori inseriti specificatamente nell’ambito della politica universitaria e della ricerca, sia nel contesto nazionale sia in quello della globalità. Tutte le università dovrebbero garantire un reale e adeguato funzionamento degli istituti di italianistica.

12. La letteratura italiana e svizzero-italiana merita maggiore attenzione e fruizione tramite una politica di divulgazione e traduzione e una sua migliore interrelazione e scambio con le altre letterature a livello universitario, scolastico e mediatico.

13. I centri di cultura italiana, le associazioni e gli enti culturali ed artistici della Svizzera – in sinergia tra loro e aperti all’altro – promuovono di fatto il multilinguismo e la sua manifestazione: sottotitoli originali nell’opera lirica; presentazioni museali plurilingui (italiano, francese, tedesco, inglese), traduzione di testi nelle altre lingue.

14. Nel mondo dei rapporti diretti tra globale e locale anche le comunità di immigrati di seconda e terza generazione sono, da un lato, bene integrate nella realtà regionale, dall’altro hanno la possibilità di dialogare e partecipare alle reti dell’italianità e dell’italicità. I media audio-visivi (come la RSI nell’ambito della SSR e la Comunità radiotelevisiva italofona) e le reti sociali contribuiscono a valorizzare la presa di coscienza individuale e collettiva di una lingua, sia pur minoritaria, che si espande ed evolve nel contesto plurilingue europeo e del federalismo svizzero.

15. La ‘Cittadinanza digitale’, intesa quale spazio di servizio pubblico (governo elettronico e voto elettronico) che integra ed estende la cittadinanza ‘tradizionale’ ai vari livelli istituzionali ed offre nuove forme di interazione e di vita sociale e politica, deve svilupparsi egualmente nelle lingue ufficiali e nel rispetto del plurilinguismo. In tal modo potrà contribuire efficacemente a rafforzare il multilinguismo individuale, l’intercomprensione e la coesione.

 

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