(11/12/2015) In questo articolo Ansa i risultati della ricerca sull’import/export dei diritti realizzata dall’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (Aie) su 1.200 editori, per conto dell’Ice-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
Qui il link all’articolo sul sito Ansa.
I libri italiani conquistano un maggiore spazio all’estero, soprattutto la narrativa e i titoli per bambini e ragazzi. Quasi 1 titolo su 10 pubblicato oggi nel nostro Paese ha un mercato straniero. E anche i piccoli editori fanno la loro parte seppur modesta. E’ il quadro che viene fuori dalla ricerca sull’import/export dei diritti realizzata dall’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (Aie) su 1.200 editori, per conto dell’Ice-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
L’indagine sul peso dell’editoria italiana all’estero – nell’acquisto e nella vendita dei diritti – è stata presentata oggi alla fiera ‘Più libri più liberi’, che si chiuderà domani al Palazzo dei Congressi dell’Eur, e copre un vuoto di 8 anni (l’ultima di questo tipo era stata realizzata nel 2007). Benché nel nostro Paese si continuino ad acquistare più che a vendere titoli all’estero, è triplicato – rispetto al 2001 – il peso delle vendite sul mercato straniero rispetto alle novità pubblicate: dal 3,2% siamo passati oggi al 9,5%. In termini assoluti oggi gli editori italiani acquistano 10.672 titoli e ne vendono la metà: 5.844.
“In un’epoca di forti cambiamenti per l’editoria – ha ricordato il presidente dell’Ice, Riccardo Maria Monti – i mercati esteri rappresentano un traino importante per il settore, come dimostrano i dati emersi dalla ricerca che, nell’arco di oltre 14 anni, hanno visto triplicare le vendite all’estero dei diritti”.
Ma cosa vendiamo? Sempre più narrativa e libri per bambini e ragazzi, meno saggistica e illustrati. L’attenzione per i romanzi e racconti degli scrittori italiani registra un +261,6% rispetto al 2007. Così i titoli di narrativa ceduti che nel 2007 coprivano una quota del 17,7%, oggi raggiungono il 36,2%. I bambini e ragazzi (+107,1%) coprivano una quota del 28,8% nel 2007, oggi rappresentano il 35,6%. Diminuiscono invece la saggistica (-1,4%), che passa da una quota del 27,9% nel 2007 al 16,4% del 2015, e gli illustrati (-33%), che coprivano una quota del 17,7% nel 2007, oggi si attestano sul 7,1%. In particolare, sul mercato odierno gli illustrati scontano gli elevati costi di realizzazione.
Dove si vende soprattutto? In Europa per circa la metà (51,3%) per il 19,7% nel centro e sud America, per un esiguo 6,5% nel Nord America (anche se il dato è in crescita rispetto al 2007), per il 14,3% in Asia e per il 5,2% nell’Area del Pacifico.
E cosa acquistiamo? I titoli comprati all’estero sono sempre più quelli di narrativa (+50,1% rispetto al 2007) e bambini e ragazzi (+38,4%). Meno saggistica (-16%) e illustrati (-3,2%). I titoli acquistati sono dei Paesi europei nel 54,5% dei casi, seguiti dal 28,5% (in calo rispetto al 2007) di quelli dal Nord America e dal 13% dall’Asia.
Cresce il peso all’estero anche della piccola editoria italiana: pur rappresentando una quota ancora ristretta nella vendita dei diritti all’estero, il 10,5%, sono cresciuti rispetto allo scorso anno del 9,2%, in linea con gli editori maggiori. I piccoli vendono per lo più saggistica (37,2%) e illustrati (30,9%). Mentre per la narrativa siamo al 14% e per i libri di bambini e ragazzi al 6%. Negli acquisti dei piccoli quasi la metà (49%) è manualistica, libri di self help, tempo libero e lifestyle. Per il 24,7% – 1 titolo su 4 – narrativa, per il 15,5% saggistica e per il 9,1% libri per bambini e ragazzi.
“I dati relativi alla piccola editoria italiana – ha sottolineato Monti – pur rappresentando una quota modesta verso l’estero, hanno incrementato le proprie esportazioni, rispetto allo scorso anno del 9,2% in linea con i maggiori editori. Questo fatto ci lascia bene sperare per il futuro”.