(10/07/2017) L’insegnamento dell’italiano, a nord delle Alpi, non è messo male come molti sembrano pensare, specialmente a livello liceale. Ne è convinto Donato Sperduto, presidente dell’Associazione professori d’italiano in Svizzera, che abbiamo incontrato a Sursee, in occasione di una “lezione” all’insegna del cinema italiano.
È una giornata particolare per gli allievi del liceo di Sursee, nel canton Lucerna. A tenere la lezione di italiano sono infatti due insegnanti molto particolari: il professor Prezioso e il professor Fiorito, ovvero Riccardo Scamarcio e Roberto Herlitzka. Sono loro i protagonisti del film “Il rosso e il blu”, che il Festival internazionale del cinema giovane di Bellinzona, Castellinaria, ha deciso di proporre ai ragazzi svizzerotedeschi.
Una selva oscura?
La difesa della lingua di Dante nei cantoni non italofoni della Confederazione è un argomento che è recentemente tornato alla ribalta. La massima istanza giuridica svizzera, il Tribunale federale, ha infatti giudicato ricevibile un’iniziativa popolare lanciata nei Grigioni che chiede sia l’inglese, e non l’italiano, ad essere insegnato nelle scuole elementari delle regioni tedescofone del cantone.
Donato Sperduto, insegnante d’italiano a Sursee e presidente dell’Associazione professori d’italiano in Svizzera, relativizza però i rischi per il plurilinguismo elvetico.
Secondo il docente, sia nella Svizzera tedesca che in quella francese l’insegnamento dell’italiano non è in pericolo e, anche quando non è materia di studio nella scuola dell’obbligo, rimane comunque forte a livello liceale. Non è il caso per altre discipline, come il latino o l’insegnamento musicale, che navigano in acque molto meno tranquille.
Nella sede di Sursee la scelta preferita dagli allievi come materia opzionale è proprio l’idioma di Dante, dopo “economia e diritto”, che detiene il primato anche a livello nazionale. Quest’ultima è la scelta preferita dai ragazzi meno interessati a proseguire gli studi all’università, poiché permette un inserimento più rapido nel mondo del lavoro.