(02/07/2012) “Le mie letture fanno parte della mia vita, come una gita in montagna”.
Per Lalla Romano infatti i libri non sono stati solo alla base della sua professione, bensì un amore viscerale, quasi un’entità con la quale creare uno scambio. I libri hanno contraddistinto il suo percorso e questo vissuto, a sua volta, è poi diventato parte integrante delle sue opere. Cresciuta in un clima ricco di stimoli, Lalla Romano – classe 1906 – spronata da Eugenio Montale, nel 1941 pubblica “Fiore”, la prima raccolta di poesie. L’esordio nella narrativa arriva grazie a “Le metamorfosi” e il primo vero successo lo ottiene con “Maria”, romanzo che le fa vincere il premio Veillon. Ci sono poi altri romanzi, altre pubblicazioni e parallelamente diverse mostre in cui espone le opere della sua seconda grande passione: la pittura. Nel 1969 con “Le parole tra noi leggere” -diventato best-seller- si aggiudica il prestigioso Premio Strega, solo il primo di diversi altri riconoscimenti.
A 12 anni dalla sua scomparsa (avvenuta il 26 giugno 2001), Sinceramente d’archivio vuole omaggiare Lalla Romano proponendo la rielaborazione di un’intervista curata da Antonio Ria e datata 1989. Un sodalizio che in realtà li ha visti uniti anche nella pubblicazione di due volumi, costituiti da parole e da fotografie.