La CRI ha da poco compiuto e superato i 30 anni di attività. Molte cose sono cambiate da quel lontano 3 aprile 1985 quando venne siglata l’alleanza tra le radiotelevisioni italofona di servizio pubblico RAI, RSI, Koper-Capodistria Rtv, Radio Vaticana, San Marino Rtv con lo scopo di valorizzare la lingua italiana.
Se questi anniversari sono tradizionalmente momenti di bilanci e di celebrazioni, per noi, confortati dai risultati raggiunti nei decenni trascorsi, si è trattato soprattutto dell’occasione per guardare avanti verso realtà in atto e orizzonti prossimi che, a volte con chiarezza a volte con l’ambiguità delle terre incognite, sembrano fluttuare tra cambiamenti e trasformazioni, tra certezze e instabilità, fratture e continuità o, per dirla con l’occhio del servizio pubblico, tra fedeltà e infedeltà.
Ecco dunque nascere la nuova Carta programmatica della Comunità, basata sulla volontà di mantenere vive le aspirazioni originarie dei fondatori ma con la consapevolezza della inevitabile necessità di dover disegnare e indicare prospettive e piani di azione dentro realtà e dinamiche in gran parte inimmaginabili 30 anni fa.
Restare coerenti allo spirito dei fondatori significa mantenere, in nome di una comune lingua e cultura, la solidarietà e il reciproco sostegno tra i membri della Comunità, nel frattempo allargatasi a una rete di nuovi soci e amici sostenitori di ampia estensione; esplorare nuovi orizzonti comporta il difficile e delicato esercizio di rinnovare contenuti e modalità di comunicazione, sulla spinta di nuovi bisogni, nuovi pubblici e nuovi vettori di trasmissione; esplorazione significa pure sapersi immergersi in territori, nello spazio e nel tempo della memoria, al di fuori di quelli tradizionali, nei quali la lingua italiana si ritrova fragilizzata rispetto a un passato di rassicurante tranquillità (ma dove, anche, la lingua italiana si è pure misurata e arricchita nel confronto e nella contaminazione con “quell’altro” e “quel diverso” emersi con prepotenza e talvolta con violenza in questi anni di rivolgimenti di ogni genere).
Rimanere fedeli alle fonti vuol dire continuare a sostenere e a promuovere con costanza creativa una lingua italiana che dovrà però mostrare sempre più capacità di lettura originale in e di un mondo tanto rimpicciolito in superficie quanto conflittuale in profondità; elaborare piani d’azione per le prospettive di oggi e di domani esige la ricerca, l’ascolto, la comprensione e la condivisione delle attese delle nuove generazioni verso la lingua italiana e i suoi contenuti, attraverso usi differenziati della lingua stessa su veicoli di trasmissione altrettanto differenziati.
In conclusione – ecco la “geografia” della Carta programmatica – una lingua italiana che si faccia dantescamente peregrina per tornare a essere interlocutrice tra le complesse realtà in cui operiamo dentro e fuori dalle nostre frontiere: lingua italiana sì specchio di seduzione per il bello e il piacere, ma anche, per non dire soprattutto, specchio per la conoscenza e la comprensione.”
La “Carta programmatica” è intesa a complemento dello Statuto e vuole, a partire dal proprio ancoraggio istituzionale, precisare i principi orientativi dell’azione del Comitato della Comunità radiotelevisiva italofona.
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