Una riunione straordinaria e allargata ai dipendenti per discutere della difficile situazione che tocca le emittenti capodistriane, soggette a costanti pressioni e richieste di tagli che arrivano dalla dirigenza di RTV Slovenia.“Provvedimenti assurdi e irrealizzabili quelli che ci vengono chiesti da Lubiana”, l’unanime constatazione emersa in tutti gli interventi. Nell’illustrare le simulazioni delle richieste pervenute, il responsabile dei programmi minoritari, David Runco, ha spiegato che a fronte di un taglio complessivo di 5 milioni di euro nel secondo semestre, 1.500.000 interesserebbero i programmi capodistriani mentre il percorso di razionalizzazione prevederebbe pure una drastica riduzione dei dipendenti che si aggirerebbe sul 60%. “I decreti approvati dal Consiglio di amministrazione dell’ente nazionale, oltre che a non essere fattibili e non conformi alle leggi e alla Costituzione, sono così consistenti e di tale spessore che mettono a rischio gli stessi programmi della CNI”, ha affermato Runco. I redattori responsabili di Radio e TV Capodistria, Aljoša Curavić e Monika Bertok, e il responsabile del Centro Regionale capodistriano, Marko Filli, hanno parlato di richieste paradossali ma hanno altresì espresso la volontà di assecondarne alcune: maggiore integrazione tra le redazioni, piattaforma multimediale comune, scambio di programmi e altro ancora. Il Comitato di programma ed i dipendenti sono stati quindi informati della proposta di modifica della Legge sulla Radio televisione in base alla quale ai programmi minoritari sarebbe garantito un finanziamento pari all’8% del canone. “Una proposta che si presta a varie interpretazioni”, si è sentito dire mentre il deputato della CNI, Felice Ziza, è tornato a ricordare: “Deve essere definito quanto finanzia il governo ed è già inserito nella Legge ma manca la parte che deve essere finanziata da RTV Slovenia”. Ziza, che nei giorni scorsi si è fatto promotore di un incontro con gli altri deputati del Litorale per stabilire azioni concrete a sostegno di tutto il Centro regionale capodistriano, ha infine ribadito che, per quanto riguarda i programmi della CNI, la soluzione migliore sarebbe quella di un finanziamento diretto e completo da parte del governo su esempio dei programmi RAI per la comunità slovena in Italia.