“Senza italiano non potrebbe esserci la Svizzera”

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(03/12/2025) Dopo la prima conferenza dell’italofonia a Roma, Ignazio Cassis fa il punto sulla lingua italiana in Svizzera e nel mondo

In Svizzera l’italiano è parlato da circa l’8% della popolazione: una quota stabile, ma “non scontata”, ha osservato il consigliere federale Ignazio Cassis, ospite a Il Faro del Telegiornale. “Non è scontato, perché è piccolo, soprattutto diversamente dal francese e dal tedesco che dominano sulla scena nazionale. E proprio perché è piccolo è prezioso […] senza l’italiano non potrebbe esserci la Svizzera”, ha affermato il capo del Dipartimento federale degli affari esteri.

La pressione dell’inglese nelle scuole, diventato in diversi cantoni la prima lingua straniera, incide sulle scelte linguistiche delle nuove generazioni. “Si possono capire i genitori, hanno bisogno che i figli possano trovare una loro forza nel mercato del lavoro”, ha spiegato Cassis, pur rilevando un ritorno d’interesse per l’italiano più avanti nella vita, legato alla cultura e alla creatività.

Nonostante le difficoltà, la presenza dell’italiano in Svizzera rimane stabile e sostenuta da iniziative congiunte di Cantoni e Confederazione. Cassis ha inoltre ricordato l’importanza delle politiche linguistiche federali anche per il romancio, a cui negli ultimi anni ha dedicato particolare attenzione.

Il dibattito sulla posizione dell’italiano si inserisce oggi in un contesto internazionale più ampio. A Roma, 19 Paesi hanno dato vita alla prima comunità dell’italofonia, pensata come spazio di cooperazione culturale e politica. La nuova piattaforma, ha spiegato Cassis, è “uno strumento di soft power, di potere leggero, […] per permettere di dialogare e di unire”, sul modello della Francofonia e degli incontri tra Paesi germanofoni.

Sul piano interno, il consigliere federale rivendica una crescente presenza dell’italiano anche nel lavoro quotidiano dell’amministrazione. “Scrivo molto di più email a collaboratori con istruzioni eccetera in italiano […] ho anche maggior consapevolezza e sicurezza di utilizzare questa lingua”. Una pratica che, grazie agli strumenti di traduzione oggi disponibili, facilita la comprensione e contribuisce simbolicamente al riconoscimento dell’italiano come lingua federale a pieno titolo.

Guarda l’intervista sul sito rsi.ch

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