(01/12/2025) Un nuovo libro mostra come è cambiato negli anni l’uso della lingua italiana nella Confederazione
Schlafsack invece di sacco a pelo… oppure una frase cominciata in italiano e finita in svizzero tedesco. È la realtà dell’italiano parlato in Svizzera e della sua evoluzione, che ora viene messa a fuoco da una nuova pubblicazione che vuole essere un punto di riferimento per rispondere alle domande sulla lingua italiana nella Confederazione. Il volume “Italiano in Svizzera. Spazi e realtà”, pubblicato dall’Istituto di lingua e letteratura italiana dell’Università di Berna, sta suscitando l’interesse non solo fra un pubblico italofono, tant’è che nel 2026 uscirà anche la traduzione in tedesco.
“L’italiano in Ticino ha sicuramente delle caratteristiche proprie che lo differenziano anche dall’italiano parlato in Italia. La stessa cosa vale naturalmente anche per l’italiano nei Grigioni. Proprio a queste due realtà sono dedicate anche due capitoli del volume”, spiega a SEIDISERA Aline Kunz, co-autrice e collaboratrice scientifica dell’Università di Berna.
Gli esempi sono tanti, come la parola “nota”, usata nella Svizzera italiana anche come sinonimo di voto scolastico. Ci sono poi tutte quelle parole prese in prestito dalle altre lingue nazionali, come, appunto, Schlafsack. Lingue nazionali, quindi, che a volte si contaminano tra loro.
