Le migrazioni qualificate in Italia

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(98/97/2016) l’Istituto di studi politici S.Pio V e il Centro Studi e Ricerche IDOS hanno pubblicato un volume di ricerche  dedicato all’analisi dei movimenti di migranti qualificati da e per il territorio italiano. La ricerca mette insieme tutti i dati disponibili su questo argomento evidenziando come i flussi in uscita nell’ultimo anno, ossia il 2015, siano tornati a livello del 1974.

Questi flussi vedono i giovani sempre più protagonisti:  attualmente sono coinvolti in prevalenza giovani italiani in larga misura diplomati e laureati. La caratteristica sociodemografica di tale flusso genera delle domande alle quali la ricerca cerca di rispondere: si tratta di un esodo alla ricerca di condizioni di vita e lavoro migliori generato anche dalla mentalità più globalizzata dei giovani dei giorni nostri? Vengono proposte delle analisi sui flussi in entrata e anche in questo caso si evidenzia come chi arriva in Italia sia nella maggior parte dei casi migrazione qualificata.
Si tratta di flussi che riguardano anche gli studenti universitari che si allontanano dal proprio paese per studiare all’estero.

Le migrazioni qualificate hanno origine soprattutto nei paesi meno sviluppati (in generale dall’Africa) e si dirigono verso quei contesti che sono più pronti a valorizzare il capitale umano in entrata (a livello globale USA e Gran Bretagna). A livello europeo viene sottolineato il forte impulso dato anche dagli studi universitari che contribuiscono in maniera sensibile al movimento migratorio.  Dall’Italia nel 2015 sono stati circa 31.000 gli studenti che hanno aderito al programma Erasmus e circa 80.000 coloro che hanno deciso di frequentare l’università all’estero. Nel caso dell’Erasmus la meta la meta preferita è la Spagna, nel secondo il Regno Unito: le zone di partenza principali sono la Lombardia e il Lazio.
Se vediamo gli ingressi nel 2015 gli iscritti stranieri nelle università italiane sono stati poco più di 70.000 e arriviamo a circa 100mila considerando programma Erasmus e iscritti alle facoltà pontificie: questi numeri descrivono un rapporto pari a uno studente straniero ogni 23 italiani. Un panorama che viene descritto come un’opportunità, un’apertura che andrebbe incrementata e agevolata anche considerando gli studenti come un validissimo strumento di collegamento culturale e commerciale con i paesi di origine.
Lo studio sottolinea e quantifica le perdite dovute alla “partenza” del migrante qualificato per il sistema paese. Perdite che in parte vengono compensate dall’arrivo di migranti qualificati.

 

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