Con un passaggio ideale di consegne fra l’ultima Capitale europea della cultura in Italia, Matera (nel 2019), e la prima transfrontaliera, GO!2025, il Seminario itinerante estivo chiude il triennio in Basilicata e approda in Friuli Veneza Giulia, inaugurando ufficialmente da Gorizia la nuova, 57/esima edizione, forte della partecipazione di oltre trenta insegnanti delle scuole con lingua insegnamento italiana della Slovenia e della Croazia, cui si aggiungono alcune docenti provenienti dal Montenegro grazie a finanziamenti ad hoc garantiti dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
L’iniziativa, a cui ha portato fra gli altri il suo saluto il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, ma anche, attraverso la sua “delegata” Marinka Saksida, quello di Nova Gorica Samo Turel, è considerata da sempre un appuntamento di grande valore a sostegno del mondo della scuola minoritaria; scuola che rappresenta, citando il console generale d’Italia a Capodistria Giovanni Coviello, “le radici vitali della Comunità nazionale italiana”. “Con l’allargamento ai docenti della Croazia e poi anche del Montenegro è diventato un seminario che coinvolge tutti gli italofoni dall’altra sponda dell’Adriatico, e che vengono appunto in Italia per una settimana di full immersion nella cultura italiana e per migliorare le competenze linguistiche”, dichiara il console.
A ribadire l’importanza del Seminario, che fino a venerdì toccherà alcuni luoghi iconici del Friuli Venezia Giulia, da Gorizia a Grado e fino a Longarone, dove nel 1963 si consumò il disastro del Vajont, anche la professoressa Roberta Kalc della sede di Capodistria dell’Istituto dell’Educazione della Repubblica di Slovenia, ente che collabora alla realizzazione della manifestazione. “Per noi – spiega – è una grande soddisfazione. Quest’anno abbiamo scelto Gorizia anche perché è Capitale europea della cultura; e il Friuli Venezia Giulia è un territorio plurilingue e multiculturale con delle specificità che noi conosciamo molto bene”.
Dopo gli interventi istituzionali (un augurio di buon lavoro ai partecipanti è giunto anche dall’onorevole Felice Ziza) la prolusione affidata allo storico dell’Università di Padova Egidio Ivetic, che ha proposto alcune riflessioni sull’Adriatico come spazio degli incontri e come paradigma culturale utile per chi insegna nelle scuole al confine di nazionalità e di Paesi. “L’Adriatico, se lo concepiamo per quello che è, diventa – afferma il professore – una piattaforma di condivisione. Sono finiti i tempi delle contrapposizioni, almeno nell’Adriatico”.