(15/05/2025) Vi proponiamo questo articolo pubblicato sul sito della RSI e curato da Sofia Morosoli-Bertoli in occasione dei 650 anni dalla morte di Giovanni Boccaccio. Al suo interno troverete anche il link alla puntata di Millevoci del 2013 dedicata allo scrittore fiorentino.
650 anni dalla morte di Giovanni Boccaccio
Perché è (ancora) importante studiare l’autore del “Decameron”
Vi ricordare di Ser Ciappelletto? E di Andreuccio da Perugia? Forse no, ma certamente il nome di Boccaccio riporta ai giorni passati sui banchi di scuola, alle letture delle sue novelle e alle lezioni in cui si cercava di coglierne il senso delle sue parole. Il Decameron, una finestra sul Trecento italiano, ci racconta di un universo lontano, eppure incredibilmente vicino, ancora oggi, a distanza di secoli.
Nel 2025 ricorre il 650º anniversario della morte di Giovanni Boccaccio, celebre autore fiorentino vissuto tra il 1313 e il 1375.
Inutile dilungarsi sull’inestimabile eredità che ci ha lasciato, opere fondamentali per la nostra cultura letteraria e per la nostra lingua, formatasi anche grazie ai contributi di quelli che definiamo le Tre Corone della letteratura italiana; sì, perché è certamente merito di Boccaccio, insieme a Dante Alighieri e Francesco Petrarca, e alle loro opere “in volgare”, se oggi parliamo l’italiano come lo conosciamo. Come sottolinea anche l’Accademia della Crusca:
Da questa prospettiva, l’attenzione ai nostri classici non è solo giustificata dal loro valore letterario e dalla loro rinomanza internazionale, ma anche dal filo di continuità con cui nei secoli essi hanno costruito l’italiano ben prima che la politica facesse l’Italia.
Ciò su cui vale la pena riflettere è perché, a 650 anni di distanza, continuiamo a leggere e studiare il padre del Decameron. Quindi, se la sua importanza storica è indubbia, cosa altro ha ancora da insegnarci?