Pietro Parisi – Un cuoco contadino, i volti della sua terra

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parisiMaggio è il mese dell’EXPO e noi vi proponiamo un originale libro sulla cucina mediterranea. Pietro Parisi è stato nostro ospite al seminario “Italiano ponte tra le culture del Mediterraneo”. In quell’occasione ci ha raccontato la sua esperienza e ci ha parlato di un suo libro di prossima uscita, insieme al suo editore Rosario La Rossa della casa editrice Marotta&Cafiero. “Pietro Parisi – Un cuoco contadino, i volti della sua terra”  è il suo primo libro.  All’interno oltre alle ricette ci sono le splendide foto di Vittorio Guida, con i volti dei piccoli produttori locali della Campania, volti poco noti, volti di chi ogni giorno è a contatto con la terra.

 

Nel libro “Pietro Parisi – Un cuoco contadino, i volti della sua terra” applica la sua grande tecnica ai prodotti della sua terra perché, come lei scrive: Per educazione e scuola sono contrario a qualsiasi spreco, perché spesso è nelle parti meni nobili che si celano i sapori veri.
Mia nonna Nannina mi ha trasmesso la passione per la cucina dicendomi che se possiamo stare attorno ad un tavolo a mangiare è grazie alla terra. Ed io ho sempre cercato nella cucina l’amore, le radici, l’aggregazione attorno ad una tavola. Il mio sogno era quello di mettere per scritto quelle consuetudini che si trasmettono di generazioni in generazioni, di padre in figlio, che fino ad oggi mai nessuno aveva fatto. Con il libro dei volti ho cercato di creare una testimonianza con la quale metto a disposizione dei giovani la possibilità di rivivere momenti e volti di persone a loro poco note che per anni hanno combattuto e investito per questa terra. Non so se piacerà ma, come diceva mia nonna, l’importante e crederci e dare il proprio contributo. Nel mio piccolo lo faccio tutti i giorni e spero di trovare sempre nuovi alleati.

Come nascono le ricette del suo libro?
Nannina è la mia vera ispiratrice, la persona grazie alla quale tutto è cominciato: tutto quello che ho fatto ha origine dall’amore che ho nutrito per questa donna, per i suoi sacrifici e per l’esempio che mi ha trasmesso nel corso della mia vita. Nannina, mia nonna, era una donna semplice e, come si definiva lei, una contadina che sapeva solo zappare la terra, che passava per ignorante. Senza di lei non se ci sarebbe un Pietro come me: grazie a lei ho avuto modo di conoscere le tradizioni, il rispetto per la terra e per il popolo degli zappatori. Senza di lei, credo, tante cose non avrebbero avuto lo stesso sapore e soprattutto non avrei mai compreso l’importanza della semplicità come chiave di successo nella vita.

Come comincia la sua storia?
Già ai tempi dell’istituto alberghiero che frequentavo ad Ottaviano, ho cominciato ad appassionarmi alla cucina. Poi ho lavorato in grandi alberghi e ristoranti illustri un po’ in tutto il mondo. Ho lavorato con Vissani, Alain Ducasse e Gualtiero Marchesi. Tuttavia mi mancava qualcosa. Dieci anni fa ho deciso di abbandonare l’attività di cuoco girovago e di rientrare a Palma Campania per aprire la mia prima azienda ristorativa. Il motivo di questa scelta è che credo che investire nella propria terra, quella dove si è nati e cresciuti, sia un diritto e un dovere. Con questa decisione penso di essere riuscito a contribuire a trasformarla in una terra di cui essere orgogliosi. La sfida, quindi, è stata quella di creare un legame tra cibo e cultura. Dopo dieci anni di attività abbiamo aperto due locali, facciamo consulenze in tutto il mondo e promuoviamo questo “concetto di semplicità” anche nei luoghi più esclusivi. Diamo lavoro a 20 persone e siamo riusciti a diventare un’azienda di successo in una zona depressa dal punto di vista imprenditoriale e dove il pessimismo ha preso il sopravvento.

 Lei è anche chef in Oman. Come è arrivato fin li?
Lo sceicco dell’Oman è innamorato della cucina italiana girando in rete ha visto il mio sito e mi ha contattato per realizzare la cena del suo compleanno. Subito dopo mi ha chiesto se fossi disposto a trasferire la mia cucina e la mia filosofia in Oman. Ho risposto che non avrei mai lasciato l’Italia, così lui ha accettato di avermi anche per brevi periodi. Certo non è semplice far conoscere la vera cucina italiana in quei luoghi, ma pian piano ci stiamo riuscendo. Lì la cucina italiana è molto apprezzata, nonostante sia decisamente poco conosciuta. Ma il problema vero è che nel mondo le ricette della tradizione italiana vengono molto spesso imitate e stravolte a opera di cuochi e ristoratori con pochi scrupoli, ma ben consapevoli del valore che ha l’aggettivo italiano nella ristorazione.

 

Pietro Parisi – Un cuoco contadino, i volti della sua terra
Marotta&Cafiero editori

http://marottaecafiero.it/prodotto/pietro-parisi-un-cuoco-contadino-i-volti-della-sua-terra/

parisi_cuoco_contadino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pietro Parisi, cuoco di livello internazionale figlio della cucina di Alain Ducasse e Gualtiero Marchesi. Dopo alcune prestigiose esperienze in Italia, Francia, Svizzera e negli Emirati Arabi al“Burj al-Arab” (uno degli hotel più lussuosi al mondo), nel 2005 torna a Palma Campania, dove dal 2005 dirige il ristorante “Era Ora”. http://www.pietroparisi.it/

 

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