Sul tema “lingua italiana in Francia” vi segnaliamo questo articolo firmato da
Il due maggio di cinquecento anni fa Leonardo da Vinci moriva in Francia nel maniero di Clos-Lucé adiacente al castello di Francesco I sulle rive della Loira. Era arrivato nel 1516 dopo aver accolto l’invito del re francese di unirsi alla sua corte per «sognare, pensare e lavorare» liberamente. E l’artista superò le attese stesse di Francesco, declinando sogni e pensieri in tutte le possibili forme della sua intelligenza del mondo, dal progetto urbanistico della città ideale di Romorantin agli apparati scenografici con macchine e automi per le feste di corte, dalla pittura agli studi scientifici di cui recano ampia testimonianza i suoi manoscritti.
Per celebrare questa figura d’eccezione, trait d’union ideale tra Italia e Francia, il Presidente Sergio Mattarella sarà accolto giovedì dal presidente francese Emmanuel Macron ad Amboise. In Francia, tuttavia, si delinea con sempre maggiore chiarezza e urgenza un problema che intacca le basi stesse di questa amicizia e passione reciproche: la progressiva crisi che vive l’insegnamento della lingua italiana in conseguenza della riforma voluta dal Ministro dell’Istruzione francese, Jean-Michel Blanquer.
Continua a leggere l’articolo sul sito del quotidiano “Il Manifesto”