L’italiano del futuro: forse «careless», ma l’Italia è questa

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(24/07/2015) Vi proponiamo questo articolo scritto da Michele Rainone e pubblicato sul sito sulromanzo.it nel quale vengono descritte delle ipotesi sull’evoluzione della lingua italiana nel prossimo futuro. Più che vere ipotesi si tratta, a detta dell’autore, di supposizioni basata in ogni caso su studi scientifici di eminenti linguisti a partire da Gaetano Berruto e Mara Marzullo.

Un articolo molto approfondito, ricco di indicazioni, osservazioni e spunti di riflessione.

L’italiano del futuro: forse «careless», ma l’Italia è questa

di Michele Rainone

Se prendete un qualsiasi manuale di sociolinguistica, ipotizzare l’italiano del futuro non vi parrà difficile, e non solo: potreste cercare di prevedere le tendenze della lingua dei prossimi anni anche sentendo parlare con attenzione chi vi è intorno o facendovi un giro sui diversi social network, soprattutto su Facebook, dove le chat permettono di fare non poche riflessioni sull’italiano e sul suo stadio attuale (l’ormai noto italiano neostandard, dell’uso medio o tendenziale).

Va da sé che quelle che avrete saranno soltanto delle idee, che vi porteranno a delle supposizioni: sapete bene, infatti, che ogni ricerca deve basarsi su prove concrete e campioni significativi per poter essere presa in considerazione e apportare un contributo importante agli studi scientifici; capita spesso, per esempio, di sentir dire che il congiuntivo italiano è morto, ma niente di tutto questo è vero: il congiuntivo è vivo e vegeto, e non pochi linguisti lo ribadiscono, anche in testi divulgativi di facile accesso (un libro da leggere sull’argomento è Comunque anche Leopardi diceva le parolacce. L’italiano come non ve l’hanno mai raccontato di Giuseppe Antonelli, edito da Mondadori, ma gli esempi potrebbero esserne molti di più). Qualcuno diceva che i dialetti sarebbero morti, ma neanche questo è successo (soprattutto se pensate a lingue come il sardo e il veneto): insomma, le idee e le supposizioni sono alla base della ricerca scientifica, ma non possono diventare teoria fondante se non sono supportate da indagini significative e adeguate.

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